Presentazione del libro “Lungo l’argine del fiume. Memorie di un farmacista” di Giuseppe Sgarbi

sgrarbi padreA Ferrara, nel prestigioso Salone d’Onore di Palazzo Roverella,  famoso per aver ospitato nel ‘500 la Senora,  si è svolta nel pomeriggio di sabato 22 marzo 2014,  un incontro con oltre duecento persone e  la famiglia Sgarbi, riunita al gran completo, in occasione della presentazione del libro dell’anziano  farmacista – padre, Giuseppe, 93 anni, portati con l’ assoluta dignità dell’esordiente in letteratura. L’avvenimento ha riservato molte sorprese, non solo per l’attesa del figlio Vittorio,  impegnato sino a tardi  in una conferenza a Venezia con il principe Alliata,  ma anche per il prologo all’evento che ha visto intervenire il Presidente del Circolo dei Negozianti, Giovanni Piepoli, l’Avv.ssa Marcella Pacchioli, Presidente della  neonata Associazione, Attiva Ferrara,  co-organizzatrice con  FIDAPA Sezione di Ferrara della manifestazione e promotrice della valorizzazione del territorio e delle culture economiche sociali, cui sono seguiti i commenti pacati e profondi del Dott. Stefano Bighi e dello stesso Giuseppe Sgarbi.

La testimonianza di un vissuto felice è stato il filo conduttore della prime parte della serata che è stata caratterizzata da un forte potere evocativo, come nel caso del racconto del conseguimento  della maturità scientifica con il Prof. Pasquale Modestino o delle vicende del suo amore per la compagna della sua vita, l’amata Rina, oltre che per la poesia. Il buon senso è il principio e la fonte dello scrivere, ci ammoniva Orazio nella Ars poetica: così Giuseppe  dedica pagine, insuperabili per i sentimenti struggenti che le animano, al grande fiume che  porti dentro come se fosse sangue e tutto segue il suo moto, nell’eternità. E così come il racconto della terribile esperienza dell’alluvione del ’51 lo mise di fronte al dramma della violenza della natura e della morte silenziosa. Generoso,  nell’alleviare le difficoltà della popolazione colpita,  fu il suo impegno disinteressato e donativo  di uomo e farmacista. Lungo l’itinerario mentis dei ricordi si avvicendano i momenti della guerra e quelli dell’infanzia con i suoi figli, Elisabetta, oggi direttrice affermata della Bompiani, e di Vittorio, oltre che della amata Rina. I primi in terra di Grecia sono presentati con leggerezza come ben sottolinea, nell’ intervento, lo scrittore 101 enne triestino, ma di lingua slovena, Boris Pahor, che pure ha vissuto l’esperienza tragica dei campi di sterminio nazisti ma che nella fede verso l’umanesimo ha posto il riscatto per una nuova comunità civile e tollerante.

I successivi momenti scorrono con le appassionate vicende dei figli, allietati dalle parole poetiche del padre e dalla fermezza della madre. Lo scrivere, è noto, è un ’ozio affaccendato e per questo ha bisogno di silenzi, specie interiori, e certamente la casa di Ro Ferrarese ( prima degli assalti degli amici dei figli dopo gli anni ’60) era l’ambiente adatto per la crescita, contemporaneo alla creazione artistica e all’agape familiare. Si giunge così al’arrivo di Vittorio Sgarbi che scalda la comunità in attesa dei suoi noti folgoranti lazzi polemici nei confronti di tutti,  tra risate del pubblico, che divertito si compiace nel rivedere le vicende di una famiglia particolare, lungo l’argine del tempo ( cioè il fiume Po). In quella casa sul fiume, a Ro, ove si ritrovano le migliori menti del primo dopoguerra, in un impegnativo confronto intellettuale sulle prospettive della ricostruzione dell’Italia, dopo le macerie della guerra. Intellettuali del calibro di Bruno Cavallini, Francesco Loperfido, Romagnoli, Pasquale Modestino, Roffi, Sessa, Piromalli, pur nelle diverse fedi religiose e politiche animavano intere giornate, allietate dai prelibati pranzi “della Rina“. Un confronto ricco di fermenti che, maturati nel corso degli anni scolastici sino all’Università, sono stati il fondamento di una ricerca e di una propria identità creativa nel mondo della cultura e della vita, nell’affermazione continua di  quei valori della libertà, della verità e  della responsabilità che, ieri come oggi, rappresentano ancora i fondamenti della vita di tutti  noi.

Grazie Giuseppe Sgarbi per averci ricordato, con discrezione  e leggerezza, che l’argine del tempo  attraversa le nostre coscienze inquiete e ci lascia intravvedere che la via per una possibile felicità risiede nelle nostre scelte per un mondo migliore. Grazie Rina, Elisabetta e Vittorio che tenete alta la tradizione familiare nella cultura che dà coscienza al mondo e nella passione per farla prevalere sull’oscurità del male e dell’ignoranza. Grazie a tutti per aver ascoltato parole di saggezza da Boris Pahor, che ha attraversato la tragedia dell’ignominia, senza volerlo e, oggi, ci richiama ai valori autentici dell’uomo virtuoso. Grazie a tutti per aver ascoltato con attenzione e partecipazione queste donne e questi uomini, testimoni di un tempo perduto ma il cui  racconto di vita giunge fino a noi che ogni giorno costruiamo una storia sempre rinnovata e migliore.

Related Images: