Distretto Nord Est: auguri 2014

gruppo distrettuale copiaIl Distretto Nord Est, nella ricorrenza del Santo Natale 2014, sceglie  la città di Ferrara e la locale Sezione FIDAPA, per il consueto scambio di auguri fra le Sezioni e le Socie. Presenti all’appuntamento la Presidente Gabriella Vaglieri, la Vice Presidente Daniela Rossi, la Segretaria Sabrina Felicioni, organizzatrice, insieme alla sezione di Ferrara, della giornata, le Referenti distrettuali delle Commissioni Turismo Ambiente Carla Ciani Bassi, Young Bpw Silvia Pellino, Agricoltura Carla Scoppetta, Formazione e Dispersione scolastica Lucia Turrisi.

E’ una mattina fredda, quella che accoglie il primo gruppo di Socie, che di buon grado aderisce alla proposta della passeggiata nel centro medioevale della città e si raduna  davanti al rivellino nord del Castello Estense.

E’ la dimensione della storia antica della città e della sua origine quella che Vittoria Benetti narra, inseguendo nelle forme visibili dei suoi monumenti, le tracce di un passato che si cela e  pulsa nei luoghi dove più forte è il potere di attrazione e suggestione. Una città che emerge dagli acquitrini e dalle inondazioni, al centro di un’area incertamente formata dai fangosi detriti del Po. La ricchezza e la fortuna giungeranno sul filo della corrente del grande fiume, dai flussi commerciali che qui transitano, attraccano le loro imbarcazioni, scambiano le loro merci. Il tessuto urbano di Ferrara si adagia sulla riva sinistra del fiume dove le zone asciutte sono più frequenti e collegate tra loro da guadi accessibili e  dove la città lineare si cinge di mura. La sua posizione invidiabile è contesa; prima l’Esarcato dei Vescovi di Ravenna, poi la lotta fra fazioni guelfe e ghibelline, quindi la famiglia d’Este. Saranno proprio gli Este a costruire la fortezza-castello. La centralità del Castello è il riassunto della storia della città, della sua crescita, del suo organico ampliarsi. E mentre l’insediamento urbano conquista la sua forma compiuta, la funzione del castello muta e con essa anche la sua architettura: da luogo di armi, di celle per prigionieri, di scuderie e  di opifici  evolve in reggia sfarzosa. Ma le origini militari sono tuttora visibili: nelle scale elicoidali percorse dai cavalli, negli imbarcaderi sul fossato, nelle agevoli rampe di accesso.

Dal Castello, attraverso la Via Coperta, si accede non visti al Palazzo ducale, per lungo tempo dimora estense. Appare come un tipico edificio trecentesco, con  la torre, i merli guelfi, il balcone per i proclami del signore al popolo. Di fronte la Cattedrale di San Giorgio cispadano, con la sua facciata in marmo bianco, impreziosita dalla simbologia e dalla iconografia delle grandi cattedrali medioevali, popolata da miriadi di figure simboliche: sculture che, se pur nascoste tra capitelli e loggiati, svolgono una precisa funzione di monito, messaggio eloquente  per la conquista della vita eterna. Il bellissimo protiro è sorretto da due colonne raffiguranti un vecchio e un giovane seduti su due leoni. Al centro del portale San Giorgio che uccide il drago, al di sotto del quale ci sono scene della vita di Cristo. La parte superiore del protiro è un esempio unico in Italia: è formata da una loggia al di sopra della quale si sviluppa, su tre registri, il tema del Giudizio Universale. Le anime che escono dalle tombe, vengono giudicate dall’Arcangelo Michele, che pesa le loro anime e le indirizza verso il Paradiso o, incatenate, verso l’Inferno. Ad accoglierle le braccia di Abramo o il calderone di Lucifero. Nel timpano, la figura di Cristo Giudice all’interno di una mandorla, ai lati Maria e San Giovanni che intercedono per l’umanità.

Siamo nella Piazza delle Erbe e del Mercato, luogo della vita quotidiana nel medioevo, qui si concentrano tutti i simboli del potere che ha governato Ferrara nei secoli: la Cattedrale di San Giorgio, il Palazzo della Ragione, la Loggia dei Merciai dove avevano bottega i mercanti di stoffe e lana, il campanile incompiuto attribuito a Leon Battista Alberti, l’Oratorio di San Crispino sede delle congregazioni delle arti e dei mestieri.

Ci addentriamo nelle strette viuzze che hanno visto originarsi la città. Via delle Volte, antico tracciato dei fondachi medioevali, si snoda lungo il corso antico del Po per due chilometri; qui avevano sede le botteghe artigiane delle attività legate ai commerci sul fiume, gli alloggi per gli stoccaggi delle merci. Le volte, i passaggi ad arco  a ricordare i rapidi accessi ai magazzini sul fiume.

Da una delle cinque porte di ingresso al ghetto ebraico, istituito nel 1626,  ci inoltriamo in una delle vie, dove è facile cogliere  l’architettura scomposta delle case; qui e là finestre murate dal divieto di apertura verso strade non incluse nel ghetto, aperte poi sulle facciate prospicenti il ghetto, a disegnare facciate prive di regolarità e simmetrie. Torniamo verso l’asse  Cavour-Giovecca, dove la città medioevale si salda con l’addizione erculea, l’espansione rinascimentale voluta da Ercole I d’Este e dove nel Bistrot del Ristorante “il Don Giovanni”, all’interno del palazzo settecentesco del Monte di Pietà, consumeremo il  pranzo; ad attenderci un altro gruppo di Socie.auguri distrett. 1

Al termine del convivio la Presidente Gabriella Vaglieri, ringrazia le Sezioni presenti e porta i saluti del Consiglio distrettuale; ripercorre alcuni momenti dell’attività svolta nell’anno trascorso e prospetta gli importanti eventi del prossimo futuro. Rinnova ai convenuti gli auguri che in particolare quest’anno s’intrecciano strettamente con gli impegni che tutti condividiamo per il superamento degli aspetti più critici della situazione economica e sociale del Paese.

La Vice Presidente Daniela Rossi, salutando i convenuti, informa dei contatti che sta intrattenendo con le Vice Presidenti delle Sezioni per la progettazione comune del convegno sul tema nazionale. Mai come oggi, il tema della evoluzione  del ruolo dell’associazionismo si pone in tutta la sua valenza. Oggi assistiamo non solo ad un rallentamento della partecipazione alle diverse forme associative, in tutti i campi, ma anche  ad una diminuzione del numero dei partecipanti. Frutto, questo, certamente  di fattori contestuali  alle difficoltà che vive oggi la società tutta,  ma che impone  una più ampia disamina interna  e una concreta riflessione sui modelli associativi proposti. Un’associazione come FIDAPA, movimento di respiro nazionale ed internazionale, deve porsi l’obiettivo di un impegno rinnovato, in linea con le istanze del mondo contemporaneo, ponendo al centro dello sforzo comune esigenze, elaborazioni, progetti per imprimere energia ed efficacia alle scelte operative.

auguri distrett.2Si conclude così la giornata distrettuale degli auguri 2014,  che nella consueta forma rituale dei gesti e delle parole, ha inteso farsi sostanza di sentimenti autentici di  condivisione, di solidarietà e di impegno, in grado di rinnovare quei principi che furono base e fondamento delle prime costituenti, forti e tenaci nel richiedere, per le donne, un posto adeguato nel mondo.

Nelle immagini alcuni momenti della giornata: in visita alla città davanti al Castello estense, il pranzo.

 

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