” La comunicazione non verbale”. La Sezione di Verona Centro indaga un aspetto essenziale della relazione

Elisa Brunetto e Anna ChapelGiovedì  8 maggio 2014, alle  17.30, la Sezione FIDAPA BPW Italy di Verona Centro, ha organizzato a Castelvecchio presso il  Circolo Ufficiali – Sala Fioriuto, un incontro informativo-formativo sulla importanza che assume, nella relazione interpersonale, la comunicazione non verbale. E’ importante conoscere che il linguaggio del corpo è il linguaggio del nostro inconscio, il linguaggio delle emozioni, il risultato visibile di tensioni che si accumulano dentro di noi e che, immancabilmente, devono trovare una strada per scaricarsi e, quindi, manifestarsi. La comunicazione non verbale è un aspetto essenziale del più vasto campo della comunicazione. Per questo un vero ed efficace comunicatore non può ignorare quanto essa ha da insegnare per rendere la comunicazione davvero in grado di raggiungere il suo scopo. Relatrice dell’incontro  Elisa Brunetto, psicologa e psicoterapeuta, con specializzazione in psicodramma analitico, conseguita presso la scuola “Mosaico” di Bologna. Svolge libera professione a Verona e  collabora con  ARBES, Associazione  che si occupa  della prevenzione del disagio e della divulgazione della cultura del benessere.

Quando parliamo con gli altri, quando interagiamo con un gruppo l’effetto della nostra comunicazione è determinato sia dal contenuto (comunicazione verbale) sia dalla comunicazione non verbale. L’idea in questione è quella secondo la quale la comunicazione in genere passerebbe per il solo 7% attraverso le parole (canale verbale) mentre ben il 38% sarebbe veicolato attraverso il canale paraverbale (tono della voce e altri fattori vocali) e addirittura il 55% dal canale non verbale (gesti e mimica). Questa idea deriva dagli studi condotti sulla fine degli anni ’60 da Albert Mehrabian, uno psicologo americano che produsse una serie di esperimenti per studiare il contributo delle componenti non strettamente verbali alla comunicazione. Si ha, pertanto, una comunicazione verbale, costituita dal contenuto delle parole effettivamente verbalizzate ed una comunicazione non verbale, caratterizzata da gesti, posture, micro-espressioni facciali, orientamento del corpo, distanza interpersonale, tono, ritmo e colore della voce. Le posizioni del corpo, i segni e i gesti che l’individuo esprime, durante un pensiero, durante un dialogo o altre forme di interazione, non sono casuali, ma correlati ai suoi stati emotivi. Il toccarsi in determinate zone del viso, l’accarezzarsi le labbra, la gestualità espressa nel toccare gli oggetti,  sono indicatori che permettono all’esperto della comunicazione non verbale di decodificare il linguaggio del corpo, attraverso il quale parla la sfera inconscia. In moltissimi contesti l’aspetto inconscio arriva infatti ad avere un peso fondamentale, tale da compromettere totalmente la riuscita della comunicazione se ignorata. Tuttavia non va sottovalutato che  l’attribuzione di un determinato significato ad un  comportamento è una operazione di “interpretazione” che come qualsiasi altra interpretazione, ovvero attribuzione di significato ad un certo segno (il comportamento), deve fare riferimento all’insieme dei segni disponibili nella situazione in cui ci si trova. L’interpretazione di un comportamento è quindi un’operazione “globale” che coinvolge tutte le informazioni di cui si  dispone. L’atteggiamento specifico deve quindi essere letto avendo presente lo spirito interpretativo “globale”. I significati, non sono quindi assoluti e validi necessariamente in ogni contesto. Sono invece quelli più probabili nella maggior parte delle situazioni che possono presentarsi.

Durante il pomeriggio le Socie presenti si sono cimentate in pratiche laboratoriali che, attraverso tecniche attive hanno esercitato la loro capacità di esclusione  di ciò che veniva detto,  per concentrare l’attenzione al “non detto” ovvero a quel  “linguaggio del corpo” che, proprio perché inconsapevole, l’uomo non ha imparato a reprimere e controllare.

 

 

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