Lettere di Lord Byron restaurate da Fidapa Ravenna

biblioteca classenseIn attesa del Museo dedicato a Byron, che avrà luogo nel Palazzo Guiccioli in via Cavour, dove il poeta inglese ha abitato durante il suo soggiorno a Ravenna, Fidapa sostiene il restauro di due lettere inedite dal carteggio Byron-Teresa Gamba.

George Byron nel suo soggiorno ravennate ha saputo apprezzare anche la gente comune e cantato il fascino delle pinete. Sabato 14 marzo, nella splendida Sala Muratori della Biblioteca Classense, nell’ambito della conferenza dedicata al poeta inglese e a Teresa Guiccioli, sono state restituite ufficialmente due lettere delcarteggio byroniano con Teresa Gamba, restaurate con il sostegno di Fidapa. Una delle due rappresenta l’ultimo scritto del poeta dalla Grecia, due mesi prima di morire, nel paese che era andato a sostenere nella sua lotta per liberarsi dal dominio turco.

Questo restauro fa seguito, come ha precisato la presidente di Fidapa Claudia Agrioli, ad altre iniziative dell’Associazione: nel 1993 il restauro di una preziosa cinquecentina, testo di astronomia di proprietà della Biblioteca Classense; nel 1997 il restauro del ritratto di Dante eseguito dal pittore Attilio Runcaldier, oggi visibile presso il Museo Dantesco; nel 2013 quello del volume “Metropolitana di Ravenna” del Cavalier Gian Francesco Buonamici, opera settecentesca anch’essa conservata presso la Biblioteca Classense.

L’evento, oltre a voler evidenziare l’intervento di Fidapa nell’ambito dei beni culturali, ha offerto anche l’occasione per conoscere il fondo byroniano donato alla Biblioteca Classense dalla famiglia Gamba a metà del secolo scorso, grazie alle informazioni fornite dalla dottoressa Claudia Giuliani, direttrice dell’Istituzione Classense, che ha sottolineato anche l’importanteruolo avuto da Teresa Gamba nel aver voluto raccogliere quanto testimoniasse la presenza di Byron a Ravenna.

Donatino Domini, già direttore della Biblioteca Classense, si è soffermato nel delineare il mito di Byron, il suo importante apporto letterario e sociale in una città, siamo nei primi venti anni dell’800, che, come ebbe a scrivere Pier Desiderio Pasolini nel libro “Ravenna e le sue grandi memorie”, “a Ravenna c’era allora una certa cultura, ma un poco gretta e ristretta; Byron allargò le menti, illuminò gli intelletti, aprì nuovi orizzonti. Egli ci fece conoscere i geni, le bellezze delle letterature straniere”. Durante l’interessante incontro scorrevano le immagini dei due protagonisti e dei luoghi che il poeta frequentava ogni giorno e quelli, infine, dei suoi ultimi mesi in Grecia. A conclusione, da parte della sottoscritta e della socia Fidapa Lorenza Franchetti, sono stati letti alcuni passi che delineavano a somme linee il soggiorno, gli incontri, i momenti poetici di Byron durante il suo soggiorno a Ravenna. “Byron ama i luoghi di Ravenna. “Io passo ogni giorno lì dove giacciono le ossa di Dante. Una piccola cupola, più forbita che solenne, protegge le sue ceneri’. Raggiungevo spesso la colonna dedicata a Gastone de Foix, l’eroe fanciullo, monumento abbandonato nel degrado”. Nessuno mai come Byron sentì le bellezze e le tradizioni ispiratrici della pineta di Ravenna. Quasi ogni giorno, verso sera, usciva per la sua cavalcata: “Non mi sono mai stancato, scrive, delle mie cavalcate in pineta”. La scena silvestre che nella placida ora del tramonto si faceva mirabile, elevava lo spirito del poeta e lo conduceva a intime espansioni dell’anima: “Dolce ora del crepuscolo…nella solitudine della pineta… sulle rive silenziose cui circoscrive l’immemorabile foresta di Ravenna che copre quel suolo dove un tempo ruggirono le onde dell’Adriatico, fino ai luoghi in cui sorgeva l’ultima fortezza dei Cesari; foresta sempre verde che rendono sacre per me le pagine di Boccaccio e i canti di Dryden, oh! Quanto io ho amato l’ora del crepuscolo e te!”. L’ultima lettera di Byron dice “Carissima Teresa, Pietro deve averti dato ogni notizia, io non ho letto l’intera lettera. Noi stiamo molto bene ora e sembra che tutte le cose stiano andando per il meglio. Ovviamente tu immagini che un paese come questo non sia esattamente quello in cui trascorrere il Carnevale, ma tutto sommato è meglio di quanto ci si aspettasse. Adesso vado a fare una cavalcata e poi… vedo che Pietro non mi ha lasciato tanto spazio per aggiungere altro, ma io spero di vederti questa primavera e potremo parlare di tutti i nostri problemi. Stai allegra, amami e sii sicura di essere sempre la mia prediletta”. La lettera è datata 24 febbraio 1824. Byron moriva circa due mesi dopo, il 19 aprile 1824.

Anna De Lutiis

 

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