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Percorsi al femminile: Ferrara celebra Maria Waldmann

duo 1Il pomeriggio di sabato 31 maggio 2014 è stato dedicato, dalla Sezione FIDAPA di Ferrara, al mezzosoprano Maria Waldmann, nata a Vienna nel 1844 e scomparsa nel 1920 a Ferrara, dove ha vissuto al fianco del marito duca Galeazzo Massari, senatore del Regno d’Italia.

L’evento, che si colloca nell’ambito  del Progetto” Percorsi al femminile. Storie di donne a Ferrara”, al secondo anno di attività, è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione culturale Bal’danza e ospitato  nel Salone delle Carte geografiche di Palazzo Costabili, sede  del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. E’ il  secondo appuntamento artistico del progetto musicale itinerante dedicato alle grandi personalità musicali nate o vissute a Ferrara, iniziativa del Conservatorio Statale di Musica “G. Frescobaldi”, realizzata in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale, il Comune e la Provincia di Ferrara e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara e il Centro Documentazione Donna.

Maria Waldmann, cantante del melodramma italiano, è stata una delle interpreti preferite da Giuseppe Verdi e protagonista di un’intensa carriera di respiro europeo; si ritirò dalle scene a soli 31 anni di età, dopo il matrimonio con il ferrarese Galeazzo Massari, pur mantenendo uno stretto legame con Verdi e la moglie Giuseppina Strepponi, testimoniato da una corrispondenza che durò fino alla morte del compositore nel 1901.

Il celebre mezzosoprano  impersonò nella seconda metà dell’Ottocento, durante la maturità del maestro di Busseto, l’artista ideale per il gusto e l’intelligenza interpretativa, la vigorosa ed innata caratura drammatica, unita ad una pastosità di timbro che resero inimitabili le sue interpretazioni nei ruoli di Amneris e della Messa da Requiem. L’amicizia speciale che Verdi ebbe per la Waldmann è documentata da un centinaio di lettere che il grande compositore le inviò fino agli ultimi giorni della sua lunga esistenza, ove sono tangibili l’affetto intenso e l’ammirazione viva, sincera e profonda. L’attenzione particolare dei Ferraresi invece le fu attribuita fin dalla sua prima apparizione al Teatro Comunale cittadino, nella primavera del 1869. quando interpretò, con un successo veramente strepitoso, il ruolo di Fede nel Grand Opéra di Meyerbeer Il Profeta. E più recentemente, da dieci anni ininterrottamente nei luoghi ove la duchessa visse, continua per la volontà dell’amministrazione comunale l’omaggio alla grande ‘cantatrice’, iniziato dapprima con una mostra documentaria per recuperare e illustrare i fasti della sua carriera (evento dell’estate 1996) e successivamente con la proposta di manifestazioni artistico-culturali di alto prestigio tra cui spicca a Voghenza (provincia di Ferrara) ai primi di luglio, nella suggestiva cornice del parco Massari, l’annuale appuntamento lirico il cui programma si snoda tra le pagine più importanti della letteratura operistica di Verdi.manifesto

Maria Waldmann, nata a Vienna nel 1845, in una famiglia di musicisti (il padre violinista e una sorella maggiore nota suonatrice di cetra) entrò a 15 anni al Conservatorio di Musica dell’Imperial Regia Società degli Amici della Musica, ove studiò con successo per quattro anni; a soli diciassette anni fu nominata membro dell’Opera di Corte per la rara voce di contralto e per la cura meticolosa nella preparazione musicale. Nello stesso teatro imperiale fece parte più tardi con la Stolz, Masini e Medini del famoso quartetto vocale dell’Opera di Vienna. Poi, al fine di perfezionarsi, per affrontare sia il repertorio antico (Rossini, Von Weber e Mozart) che quello contemporaneo (Verdi, Meyerbeer e Gounod) l’artista austriaca si trasferì al Conservatorio di Milano sotto la disciplina del celebre maestro Francesco Lamperti, l’ultimo erede della grande scuola italiana di belcanto. Inizia così una carriera in ascesa, dapprima nei teatri imperiali di Mosca e Varsavia e poi in tutti i maggiori teatri d’Italia. La critica e gli appassionati d’opera riconoscono che l’artista non ha soltanto una voce fresca, robusta, intonata ma bensì anche un sentire profondo e un’attitudine particolare a rappresentare con verità e sublime espressione, le più ardue e importanti situazioni drammatiche, come la magistrale interpretazione dell’innamorata figlia del faraone Amneris in Aida: è l’8 febbraio 1872 alla Scala ed è un trionfo per lei e per Verdi che la volle con sé a Firenze, Parma, Ancona, Perugia e poi a Parigi e infine al Malibran di Venezia. “Non credevo mai che quella tedesca lì sarebbe stata la mia interprete ideale” esclamò notoriamente il maestro e il connubio artistico proseguì anche con la Messa da Requiem, dedicato alla memoria di Alessandro Manzoni: la prima a Milano, alla scadenza di un anno dalla morte del grande genio, fu un avvenimento solenne. Celebre è rimasta la sua interpretazione nell’Agnus Dei per la finezza di accento e la ricchezza di sfumature di suono: per mettere in luce le capacità del mezzosoprano, tanto considerato, Verdi modificò il suo spartito originale aggiungendo un breve assolo sul “Liber scriptus“, la cui musica non è tanto una questione di note ma soprattutto di significati reconditi e di suggestioni espressive che solo grandi interpreti possono comunicare.

Nicola Badolato, dottore in Musicologia e Beni Musicali e assegnista di ricerca nel Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, dove collabora con l’Archivio di Canto, ha proposto un intervento dal titolo “Le figure artistiche di Temistocle Solera, Giuseppe Verdi e del mezzosoprano Maria Waldmann, moglie del duca Massari, in rapporto alla città di Ferrara”.  Di seguito, si è tenuto il concerto di cantanti che seguono un percorso di specializzazione presso la scuola di canto del Conservatorio di Ferrara. Accompagnate al pianoforte da Andrea Ambrosini i soprani Rosa D’Alise, Daniela Cappiello, Rui Zhang, affiancate dal baritono Hwan Lee, che hanno proposto celebri arie e duetti da opere di Gaetano Donizetti, Wolfgang Amadeus Mozart e Giuseppe Verdi.

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