Udine – Conferenzasul Tema: “Droga dello stupro, nuovi sviluppi internazionali, aspetti investigativi e prevenzione”

Il giorno 29 novembre 2017, alle ore 15.00, la dott.ssa Sabrina Magris ha tenuto una conferenza dal titolo “Droga dello stupro, nuovi sviluppi internazionali, aspetti investigativi e prevenzione” presso l’ Università di Udine, Polo didattico, via Margreth 3, nell’ambito del Calendario della 4^ Edizione di “Passi avanti”. Molto interessato il pubblico, composto da più di centoquaranta ragazzi.  La giovane relatrice, che ha vinto con le colleghe dell’Ecole Universitaire Internationale di Firenze il primo premio alla conferenza mondiale sulle violenze sessuali proprio con lo studio sulla “droga dello stupro” (definita anche con le sigle GBH e GBL), ha illustrato con chiarezza le caratteristiche di questa sostanza, purtroppo sempre più diffusa al giorno d’oggi. Si tratta di un “mostro chimico” incolore, inodore, insapore di facilissimo uso, che annichilisce la mente della vittima prescelta per un notevole lasso di tempo, senza che quest’ultima, in seguito, possa ricordare ciò che è accaduto.
Le socie presenti, che, assieme ad amiche invitate per l’occasione, indossavano qualcosa di rosso in segno di partecipazione alla problematica proposta, hanno avuto l’occasione di rivolgere a Sabrina molte domande sulle modalità di diffusione di tale droga e sulle sue implicazioni sociali. Ne è emerso un quadro terribile. Le vittime, ignare di tutto, frequentemente vengono a conoscenza degli atti a cui sono state sottoposte tramite filmati diffusi sul web e, come conseguenza, non sono rari i tentativi di suicidio. Particolarmente ripugnante risulta l’uso della droga dello stupro nel mondo della pedo-pornografia, con filmati venduti a peso d’oro al mercato nero.  Nel racconto di Sabrina non sono mancati esempi concreti, come il fatto verificatosi a Pontedera. Due giovani, durante un festino in villa, avevano abusato di una ragazza dopo averle fatto bere vodka mescolata con GBH. Incastrati dai messaggi su WhatsApp, in cui si vantavano del loro operato, sono stati condannati dal Tribunale della cittadina toscana a nove anni di reclusione. Dalle motivazioni della sentenza è emerso che i colpevoli avevano considerato la loro vittima né più né meno che un oggetto da usare a proprio piacimento.

Come far fronte  dunque a tale problema?

Le indagini  di Sabrina e delle sue colleghe hanno permesso di elaborare protocolli utilizzabili da personale medico e delle forze dell’ordine e hanno portato alla scoperta che si può lavorare per ricostruire la memoria retrograda, vale a dire ciò che il nostro cervello ha impresso ma non ricorda, quando gli viene somministrata la sostanza stupefacente.

Il lavoro delle giovani ricercatrici, in particolare, spiega quali analisi fare, quali sintomi cercare, come riconoscere dolori posturali tipici, provocati dalle componenti della sostanza, le tecniche per far riaffiorare le informazioni e il ricordo. Successivamente, alle ore 19.00, in occasione della cena organizzata dalla Fidapa, sezione di Udine, presso l’Hotel Ambassador, la dottoressa si è intrattenuta con le socie su questa tematica di grande attualità. Un sincero apprezzamento è dunque stato espresso dalle socie per questo lavoro che, come si è visto, può essere utilizzato anche in attività di prevenzione, attraverso convegni in scuole e università.

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