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Fidapa Forlì “CARMEN SILVESTRONI – ALCHIMIA DELL’ESISTENZA”

FIDAPA FORLÌ
CARMEN SILVESTRONI – ALCHIprof. dall'AraMIA DELL’ESISTENZA
La vita e le opere di Carmen a cura di Enzo Dall’Ara
Sabato 23 Aprile 2016 ore 18.00
Circolo della Scranna – Forlì, Corso Giuseppe Garibaldi, 80

http://www.forlitoday.it/eventi/una-serata-in-ricordo-dell-artista-carmen-silvestroni.html

La FIDAPA di Forlì, seguendo il Tema Nazionale 2015/2017 ” I Talenti delle donne……” ha voluto ricordare una donna di talento come Carmen Silvestroni, artista indimenticabile e indimenticata che ha onorato la città di Forlì, elargendo una verità culturale e un dinamismo d’arte, che hanno segnato positivamente una intera generazione di allievi e di amici…. promuovendo e organizzando una conferenza sulla sua vita e le sue opere.
Carmen fu anche socia FIDAPA della Sezione.
L’incontro, che si è svolto sabato 23 aprile 2016 alle ore 18 presso il Circolo della Scranna a Forlì,è stato tenuto dal Prof. Enzo Dall’Ara, critico e storico dell’arte, che ha illustrato, con l’ausilio di immagini, il divenire creativo ed esistenziale dell’artista forlivese.
Carmen Silvestroni – Alchimia dell’esistenza, titolo della conferenza, sottende la rara capacità di concepire la vita come un dono da offrire alla creatività, per elevarsi alle soglie della trascendenza laica e spirituale. In quest’ottica, anche l’arte di Carmen si presenta come alchemica trasformazione dell’anima recondita della materia in una forma che è esplicito contenuto del messaggio.
Scomparsa prematuramente nel 1997, dopo una vita trascorsa all’insegna di un’arte innovativa e assai originale, espressa in scultura, pittura, disegno, scenografia, Carmen ha lasciato un solco profondo nel linguaggio artistico italiano della seconda metà del Novecento. Allieva di Carlo Zauli e di Angelo Biancini all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza e di Umberto Mastroianni all’Accademia di Belle Arti di Bologna, si è formata sulle principali avanguardie storiche novecentesche, per assumere un suo inconfondibile lessico operativo. Questa sua libertà espressiva diviene urlo o silenzio di un acuto scavo introspettivo nella realtà dell’essere umano. Dalle sue opere scaturisce, infatti, un’intima vibrazione di dolore universale, una pietas profonda verso la greve condizione esistenziale, pur riservando varchi di redenzione e di calamitante immersione nella natura e nelle sue creature.
Come prima docente femminile di Plastica ornamentale in ambito accademico, Carmen si è distinta come encomiabile presenza didattica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha segnato profonde ed indelebili tracce artistiche. Sempre onorata da prestigiosi riconoscimenti di critica e di pubblico, è stata un personaggio di grande caratura intellettuale, una donna di forte personalità e carisma, capace di calamitare nel suo storico studio gli intelletti più fervidi e vivi.
“La Carmen”, come era affettuosamente nominata a Forlì, si è elevata ad esempio di vita e d’arte che, sui forti alvei della ragione, ha percorso l’intero viaggio terreno all’insegna dell’assoluta libertà di pensiero sia come donna, sia come artista.
Nello scritto critico “Drammatiche anatomie dell’anima”, dedicato all’arte di Carmen Silvestroni, così si esprime Enzo Dall’Ara:
«Personaggio autonomo, aperto allo scavo dei lessici fondanti del Novecento, Carmen Silvestroni recepisce la rivoluzione cubista e il dinamismo futurista, la deflagrazione espressionista e l’ermetismo astratto, intesi secondo un linguaggio atto a preservare la possibilità di concedere vita e sonorità alla materia. Ella è stata artista geniale, pittrice, disegnatrice, scenografa e, in particolare, scultrice, capace di dar vita al segno sintetico, al colore squillante, alla materia inerte e ad una forma singolare, criptica e, al contempo, dialettica. La contaminazione dei materiali, il gioco della finzione, la modellazione del disagio spirituale emergono come una trilogia narrante di un diario intimo. Vinta l’inerzia della materia, l’artista sembra voler ri-creare, con la terracotta, il gesso, la cartapesta, il bronzo, l’alabastro, nuove forme fisiognomiche che, nelle loro sorprendenti quanto efficaci deformazioni e scarnificazioni, appaiono come drammatiche anatomie dell’anima.

Il suo iter artistico, incentrato su percorsi di fervida sperimentazione, costituisce un unicum nel panorama espressivo contemporaneo italiano, il cui spessore tematico è coagulato in una poetica di pregnante drammaticità, pur rivelando aperture alla speranza e alla comprensione delle difficoltà del vivere. La versatilità creativa si esprime anche in opere ad icastico contenuto religioso, definite in un linguaggio scabro e sintetico, permeato d’intima pietas e afferente a dolorosa meditazione umana. L’essere, nelle sue elevazioni e cadute, è protagonista indiscusso dell’arconferenza alchimiate di Carmen, ma anche la natura, avvertita nell’unità cosmica, occupa un posto di assoluta preminenza, poiché madre di ascensioni spirituali e liriche. Una vis surrealista si dilata da coraggiosi accordi di elementi simbolici e di innesti di materiali ad incisivo effetto dimostrativo, ma tale forza non trascura una metaforica evocazione del vero, con ascendenze a un nouveau réalisme ricco di pregnanti implicazioni intellettuali. Forma e materia sono, quindi, i termini binomiali di un operare artistico che fonde tematiche esistenziali e naturalistiche con orme di memorie, di tensioni etico-speculative, di grevi onde di interiorità. Proiettata verso ardui orizzonti semantici, liberi e liminari, Carmen affermava che, per sentirsi viva, viaggiava attraverso le sue idee e le sue intuizioni».

 

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