FIDAPA BPW ITALY - DISTRETTO NORD EST

“Perle d’acqua dolce” in mostra all’Antica Pescheria di Comacchio (Ferrara)

maria luisa scaramelli “Perle d’acqua dolce” è il titolo fortemente evocativo della mostra personale di Maria Luisa Scaramelli, pittrice e socia,  che la Sezione FIDAPA di Ferrara desidera promuovere presso le Sezioni del Distretto. La mostra è allestita nelle sale espositive dell‘Antica pescheria di Comacchio, struttura seicentesca situata ai piedi del Ponte degli Sbirri, nel centro storico della città lagunare, scrigno delle antiche tradizioni legate alla pesca.

L’inaugurazione avverrà la sera di mercoledì 13 agosto 2014, alle ore 20:00. Alle ore 21:00 performance artistica di teatro-danza dedicata alle opere di Maria Luisa Scaramelli, nata dalla collaborazione con Beatrice Mazzetta, il teatro danza di Anna Lolli e Marco Sgarbi (direttore del teatro di Occhiobello) nella veste di narratore, presso l’Arena di Palazzo Bellini ad ingresso gratuito.

La mostra rimarrà aperta dal 13 agosto al 10 settembre 2014, tutti i giorni dalle 18:00 alle 24.00. L’ingresso è libero e gratuito.

L’artista: Maria Luisa Scaramelli nasce a Ferrara dove, tuttora, vive e lavora. Assecondando la sua natura istintiva e intuitiva, ha iniziato a dipingere giovanissima, ma la molla che ha fatto scaturire e germinare il suo personale linguaggio pittorico, costituito da un assemblaggio fantasioso e fantastico di microcosmi che paiono giovarsi di poliedrica autonomia, dove ciascun ideogramma si moltiplica in una serie pressoché infinita di collegamenti, concatenazioni, suggerimenti  stagliati su un costante fondo bianco, risale a qualche hanno fa, quando intraprese, negli anni 70, un viaggio in Messico, dove rimase a lungo, a diretto contatto con la natura, la gente, la luce, i colori, i suoni, la vestigia di quelle antiche civiltà, di quei luoghi che tanto hanno inciso sulla sua formazione, coinvolgendola in una rivisitazione a livello interiore, consentendole di approdare a una riscoperta di un mondo, di una propria ricerca esistenziale, di un modo d’essere a cui sentiva e sente di appartenere. La spinta decisiva a intraprendere il viaggio le è venuta dalla lettura degli scritti di Carlos Castaneda che le ha trasmesso il senso della magia, il forte humus animistico e di potente spiritualità sprigionato dalla terra messicana che ha tanto suggestionato, nelle loro ricerche, anche storici delle religioni come Mircea Eliade o storici dell’arte come Aby Warburg. In Messico Luisa ha ritrovato un rinnovato rapporto di intimità con la sua interiorità: lì sono maturati i primi schizzi delle figure che poi popoleranno le sue opere, annotati diligentemente su alcuni quadernetti, dove inizia anche a riportare, come in un diario, tutte le sue immediate impressioni, Questi taccuini sono diventati il suo bagaglio, la viva memoria da cui ha costantemente attinto per lasciare sgorgare libera la fantasia nei suoi grandi fogli, in un graduale passaggio dal micro al macro: vi domina un senso istintivo della composizione, che solo in un secondo tempo si riannoda in un discorso di tipo paratattico nel quale l’autrice si ritrova, ma che resta sempre aperto alle infinite interpretazioni che ciascuno di noi può voler suggerire. Il senso della narrazione, di accentuata configurazione allegorica e simbolica, si srotola nelle sue “storie”, ora dal basso verso l’alto, ora da sinistra verso destra e viceversa, come nelle antiche pergamene medioevali, su fogli di carta dove il bianco della carta attutisce e in parte riassorbe gli accesi e vivaci colori a tempera, spesso resi nelle campiture con singolari effetti puntinati, delle numerose figure presenti sulla scena. (tratto da  www.marialuisascaramelli.it)

 

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